"LA VIA DELLA VITA" DI MARZIA PIERI
DA: ECO D'ARTE MODERNA - mar/apr/mag 2001
BOLOGNA
BANCA POPOLARE DI MILANO
Donne, metafore di un discorso universale nella pittura di Marzia Pieri
Essere donna - artista e docente di tecniche artistiche - e fare dell'immagine-donna il fulcro della propria espressività e comunicazione visiva comporta molti rischi. Marzia Pieri affronta questa difficile impresa già da diversi anni, pur essendo molto giovane, e si muove con passo sicuro seguendo liberamente ma con vigile autocritica i ritmi delle oscillazioni emotive, delle fascinazioni simboliche, che trovandola doppiamente protagonista del proprio campo d'indagine sono inevitabili in quanto vere e forse proprio per questo divengono anche punto di forza dell'evoluzione del suo percorso e così del suo linguaggio pittorico. Senza prendere la scorciatoia dell'autobiografia o quella di stereotipi da rotocalco, la donna qui rappresenta se stessa attraversando inquietudini, esaltazioni, nella costante ricerca di equilibrio tra fisicità e misticismo, tra bellezza e sofferenza secondo un itinerario di viaggio che pone continuamente in discussione il suo modo di esserci nel mondo. Metafore di un discorso mai contingente ma universale, le sue figure si impaginano e si rapportano a spazi sempre assoluti dove non ricorre alcuna definizione di ambiente né di categoria temporale, ma è un vuoto che si percepisce come "pieno", zona d'ombra che raccoglie riflessioni, interrogazioni, desideri e paure. A dargli spessore, a guidarci ogni volta verso e dentro una direzione narrativa, è la forma che il corpo assume in quello spazio, i suoi volumi ora espressionisticamente scarnificati, ora plasticamente levigati, torniti, e lanciati in pose azzardate o proiettati in languide attese.
Poche luci, nette, ben calibrate, ribadiscono il clima vagamente inquietante di un personaggio che, come Marzia ce lo propone, appare sempre e comunque "sotto i riflettori ".
Roberta Fiorini
DA: ECO D'ARTE MODERNA - ott/dic 2005 FIRENZE
MUSEO DEL BARGELLO
"LUCI E OMBRE" DI MARZIA PIERI
Veronica Ranucci
Da: PRAXIS ARTISTICA 2007
MARZIA PIERI
LASTRA A SIGNA FIRENZE
Da: Art & Media - 2010
RITRATTO
CASTEL FRANCO VENETO
Ancora arte giocata sul filo della tensione tra luci ed ombre, ma col gusto del contrasto forte e sempre con l'interesse per ciò che è dentro, le segrete cose, da dimostrare con neo espressionismo figurativo e tecnica coloristica pronunciata, senza mezzi termini, a partire dalla scelta dell'acrilico. "On" e "Off" traducono un dualismo che a prima visita si presenta quasi come gioco, nel divieto dell' indifferenza per chi guarda, ma l'ironia evidente, la scelta cromatica spregiudicata , gli occhi penetranti e catalizzatori del soggetto, di rimando con i lucidi luminosi nella figura, l'immanenza delle mani, vera chiave di volta semantica dei dipinti, la ieraticità impenitente delle espressioni, ci portano a complicare l'interpretazione, obbligandoci a rivolgere in noi stessi lo sguardo di rimbalzo sulle tele. Non ci sono nuances, forse provocazioni si, senz'altro transfert psicologico nell'artista, ma dentro fuori, chiuso o aperto, si intuisce, non possono che coincidere, come i dorsi gemellari di uno stesso essere.
Vittorio Caracuta
Da: Biennale di Palermo 2014
"Leggendo le sue note biografiche, intuisco che Marzia Pieri - giovane artista fiorentina che, dopo un’iniziale attività nell’ambito della grafica pubblicitaria e dell’illustrazione, ha aperto uno studio personale che funziona anche da scuola per apprendisti pittori - debba tenerci a mettere in adeguato risalto, nel suo modo d’interpretare l’arte, il lato umano.
La pittura di Marzia Pieri, di fatto, si inserisce nell'ambito della tradizione figurativa. L’artista ritrae i propri soggetti con precisione minuziosa, sia dal punto di vista anatomico che espressivo.
Da queste opere scaturisce un’instancabile ricerca di bellezza, nascosta nella profondità degli sguardi, nella sensualità delle forme. Elementi che presuppongono una notevole consapevolezza del proprio bagaglio espressivo.
L’artista ricorre a una tavolozza ricca, in cui colori vividi si alternano a tonalità cupe, in una successione di luce e ombra.
Nel contesto pittorico i contorni si delineano con precisione, e le forme riconoscibili trascendono nell’essenza stessa dei soggetti rappresentati, racchiuse nell’atmosfera di un interno, in un gesto, o nella proiezione di uno sguardo. Nelle opere che predilige, la Pieri pone l’aspetto umano, anzi, per essere più precisi, quello femminile, al centro delle sue riflessioni estetiche.
L’osservatore è di fronte a situazioni di assoluta riconoscibilità, dove l’attenzione ai particolari, alle posture, alle luci e alle ombre conferisce spessore psicologico al racconto visivo.
La rappresentazione anatomica viene messa in risalto con innegabile diligenza, pressoché impeccabile in un ritratto infantile come India, che di solito, però, specie quando è la stessa artista a occupare la scena, o la sua proiezione ideale, coniuga a visioni di natura simbolica, composte anche da iscrizioni, note musicali o altri oggetti apparentemente incongrui (le carte da gioco, per esempio) che si sovrappongono a esibizioni altrimenti solo al femminile.
Sono immagini certamente intense, che riflettono il particolare trasporto che la Pieri prova per il tema-donna, ma che sono in grado di presentare duplici finalità comunicative.
La Pieri vede nella donna l’esemplificazione migliore dell’umanità, la sintesi perfetta della giusta delicatezza d’animo e della massima eleganza della figura.
Quelle dell'artista toscana sono opere capaci di comunicare qualcosa, di donare allo sguardo dell’osservatore un universo misterioso, che annuncia verità indagabili solo scavando nelle profondità dell’inconscio.
Auguro alla Pieri di continuare a dipingere tratteggiando sfumature e spessori che danno vita a un’immagine densa di metafore e preziosamente costruita sul dettaglio.
Questi lavori rivelano la capacità di cogliere l’essenza di una riflessione etica e di tradurla in paradigma visivo tramite un linguaggio simbolico perfettamente coerente dal punto di vista argomentativo.
Rendendo quanto più serrato possibile questo confronto fra il reale e il simbolico, tra l’umano e il non umano, per dirla alla Nietzsche, la Pieri non disegna solo corpi ma anche anime e sentimenti, ponendo l’accento sulla forza della donna e sulla sua bellezza, una bellezza che scaturisce dall’animo, dalla consapevolezza di sé."
Vittorio Sgarbi